Il Sentiero Chiovini

4 06 2010

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani…

Piero Calamandrei

In una delle aree wilderness più grandi delle Alpi, la Val Grande, la bellezza dell’ambiente si congiunge con il tempo della storia; i luoghi ne sono ammantati, la montagna è protagonista, la Resistenza si fa epica.

In queste vallate i sentieri che seguendo il corso dei torrenti si fanno crinale sono diventati “sentieri partigiani”, percorsi della memoria. Qui ha avuto luogo uno degli eventi più tragici della Resistenza nel Verbano Cusio Ossola: il rastrellamento nazifascista della Val Grande, 17mila soldati tedeschi e fascisti contro 500 partigiani.

Al rastrellamento partecipano anche reparti speciali delle SS, l’obiettivo è annientare le truppe partigiane insediate sui monti del Verbano. Gli episodi di estrema ferocia e barbarie di cui si rendono protagonisti i nazifascisti sono numerosi: fucilazioni sommarie di partigiani e civili, torture, incendi e saccheggi.

Per i partigiani inseguiti e braccati sulle montagne è la disfatta, ma gli uomini e le donne della Val Grande animati da un profondo sentimento di giustizia e libertà si oppongono alla brutale violenza fascista con estrema dignità e grandissimo eroismo. Nelle giornate del grande rastrellamento i tedeschi uccisero 300 partigiani. Ne rimasero in vita 150, forse 160, riprenderanno a combattere. Per sempre sarà ricordata come la Val Grande Martire.

Il sentiero è dedicato a Nino Chiovini partigiano e uomo di cultura che dopo la guerra pubblicò numerosi libri sulla resistenza in Val Grande; è un percorso di grande suggestione, che attraversando tutta la valle da est a ovest racconta e ricorda la storia di quei tragici giorni tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate del ’44. A percorrerlo tutto ci vogliono sei/otto giorni di cammino. Si parte da Fondotoce, presso Verbania, dove furono fucilati 43 partigiani tra cui Cleonice Tomassetti e Carlo Suzzi, il “43”, l’unico sopravvissuto. Si arriva a Cannobio.

Del sentiero Chiovini ne abbiamo percorso un breve tratto: da Cicogna, raggiungibile in auto da Fondotoce, fino a Pogallo. Si tratta di un’escursione semplice, senza difficoltà, calcolate tre ore di cammino compreso il ritorno e un dislivello minimo di 180 metri.

 

Partendo dalla piazza di Cicogna si ritorna indietro sulla strada asfaltata e al primo tornante s’imbocca la mulattiera conosciuta come strada Sutermeister. Subito ci si immerge nel bosco e si costeggia il Rio Pogallo che rimane in basso sulla destra del sentiero. La camminata è piacevole, dai versanti intorno l’acqua scende ovunque e precipita nel torrente sottostante, tra le cime degli alberi si intravedono le vette delle montagne.

Superato un ponte si arriva al caratteristico Punt dal Canalesc, il torrente scende impetuoso da una stretta gola e sfocia allargandosi in una piccola laguna, i riflessi dell’acqua verdi e blu sono molto belli. Un ponticello permette di passare sull’altra sponda e scendere fino all’acqua dove ci si può bagnare.

Da qui con un’altra mezzora di cammino in mezzo al bosco si arriva a Pogallo. Qui il 18 giugno del 1943 venne fucilato un gruppo di 18 partigiani: il più vecchio aveva 22 anni, il più giovane 16.

“Oggi sul luogo dell’eccidio c’è una lapide, solo pochi hanno un nome e una fotografia, molti solo una scritta di sei lettere: ignoto. Non sappiamo chi fossero, ma sappiamo cosa li spinse a combattere su queste montagne; sappiamo che in un mattino di inizio estate, con il fieno alto che profumava l’aria, i loro sogni furono infranti e i loro ideali raccolti da altri”.

Alcuni links utili : http://www.isrn.it/   http://www.casadellaresistenza.it/   http://www.parcovalgrande.it/

h.