La foglia grigia

26 04 2010

La Foglia Grigia di Alessandro Cannevale è un romanzo storico che partendo da un filone classico di genere, il thriller, offre comunque diversi spunti di riflessione sulle vicende passate del nostro paese, nonostante l’autore precisi in una nota che il libro “nuoce gravemente all’apprendimento della storia”.

Siamo a Perugia, 1877, nel periodo successivo al Risorgimento. Per il governo italiano la chiesa, al pari degli anarchici, rappresenta il nemico, i giornali clericali vanno controllati, se il caso sequestrati. Tra i corpi dello stato esiste una decisa rivalità, logge segrete esercitano il loro potere e i loro affari.

Dentro le mura della città vengono ritrovati i corpi di due giovani donne orrendamente mutilati, ad indagare viene chiamato l’ispettore Giulio Verbasco, semi-analfabeta, abbandonato dalla moglie e alle prese con la difficile educazione di Libera, sua figlia. A emergere nell’inchiesta è proprio il passato del poliziotto. Vent’anni prima aveva partecipato alla spedizione messicana di Luigi Masi (personaggio storico, comandate dei Cacciatori del Tevere) in cerca di fortuna, volevano arricchirsi con le piantagioni di vaniglia, ma si sono imbattuti in un’altra pianta: “la foglia grigia”, che procura benessere a chi la mastica, ma anche allucinazioni e può spingere a comportamenti violenti.

A complicare le indagini la visita ufficiale in città del poeta Giosuè Carducci, tenuto d’occhio dalle autorità per i suoi trascorsi mazziniani, ma più che sul terreno politico il professore sarà impegnato in una avventura erotica, finendo per essere coinvolto nell’inchiesta sugli oscuri delitti.

Opera prima interessante, il romanzo di Cannavale piace per l’ambientazione storica, il linguaggio utilizzato che fa un sapiente uso del dialetto e il ritmo del racconto, davvero trascinante.
h.